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l’invenzione del walkman

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l’invenzione del walkman

La rivoluzione della musica portata ovunque è cominciata 41 anni fa. 🎧

Era il 1 Luglio 1979 quando Sony lanciava il suo primissimo mangianastri da taschino l’iconico Walkman TPS-L2, un prodotto che ha cambiato per sempre il modo di ascoltare la musica, ora non più calata dall’alto e selezionata da giudiziose emittenti, ma completamente libera.

Molto prima degli MP3, di iPod e degli altri riproduttori musicali digitali, il walkman è stato uno strumento facilmente accessibile a tutti.

Compatto, facile da usare, dotato di cuffie e alimentato da batterie AA, privo di altoparlante, ma dotato di jack per le cuffie, il dispositivo ha aperto le porte ad ascolti ai tempi impensabili, come durante la corsa o l’allenamento, sui mezzi pubblici o nel mentre di un lungo viaggio, il tutto senza disturbare i propri vicini di posto e ritagliando nuovi spazi personali.

Come molte parole che utilizziamo nel linguaggio corrente, Walkman è infatti un marchio registrato, uno dei rari brand che hanno avuto una fortuna così invidiabile da essere penetrati a fondo nel sentire comune. La parola, entrata nell’Oxford Dictionary solo nel 1986, è un neologismo composto dal verbo anglofono walk (passeggiare) e man (uomo), una combinazione in grado di rendere al meglio la principale qualità del piccolo ritrovato nipponico: la libertà. Il Walkman era sulla bocca di tutti e a metà degli anni Ottanta era davvero difficile poterne fare a meno.
Nel 1984 il sociologo Shuhei Hosokawa pubblicò una ricerca dal titolo The Walkman effect, in cui lo studioso evidenziava l’evoluzione cognitiva scatenata dall’utilizzo del lettore portatile, in grado di modificare l’ambiente urbano e le modalità di interazione tra singoli e gruppi nell’atto di ascoltare musica.

Col tempo il Walkman è diventato una vera e propria icona pop e grazie alla sua versatilità è arrivato a permeare gran parte della cultura cinematografica degli anni Ottanta. Ai cameo del lettore portatile sul grande schermo sono dedicati diversi siti vecchi quasi quanto internet e tra le sue apparizioni più notevoli troviamo veri e propri cult del calibro di 9 settimane e 1/2, Terminator, Ghostbusters, Pretty Woman, Footloose e Ritorno al Futuro, nell’indimenticabile scena iniziale sulle note di The Power of Love.

Insieme al Walkman, 41 anni fa la cultura di massa battezzava anche il mito del Giappone come produttore di tecnologia ad alta qualità e dimensioni ridotte, un culto vivo ancora oggi, seppur con la rinnovata concorrenza del gigante cinese.

Gran parte del merito va a Sony, che avrebbe rivissuto fortune simili a quelle del Walkman solo nel 1994, con la PlayStation, e che deciderà di mandare in pensione il suo prodotto di punta solo nel 2010, molti anni dopo il definitivo superamento delle musicassette e alle soglie del boom dello streaming musicale.

Quello del Walkman è il primo degli anniversari dedicati alle tecnologie che hanno rivoluzionato il nostro modo di percepire l’intrattenimento, che per un altro strano scherzo della storia hanno visto la luce sempre e soltanto nel nono anno dei rispettivi decenni: la creatura marchiata Sony ha infatti preceduto di dieci anni esatti il Nintendo Game Boy e di venti il lancio di Napster.

L’uso dei walkman continuò fino al 2001, quando Apple decise di lanciare il suo primo iPod, un prodotto che permetteva di portare con sé migliaia di canzoni, segnando ufficialmente l’avvio di una seconda rivoluzione della musica portatile.

Oggi il Walkman rimane un dispositivo per collezionisti, con costi da capogiro su eBay. Non si può escludere, tuttavia, che con il recente revival delle musicassette l’interesse non torni a crescere rapidamente. 

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